L’arte è stata la protagonista indiscussa della settima edizione di Taste of Roma. E l’arte è tale perché ricerca il bello, la verità più pura e persuasiva all’interno della natura.
Anche lo chef è un artista che scava, plasma, modella la natura a suo modo per creare perfezioni imperfette di memorie gustative passate. Il piatto di ceramica è la tela bianca del pittore per uno chef. Colori, consistenze, profumi sono gli elementi che ogni cuoco usa per dare espressione al suo io interiore.
I piatti sono quadri, dalla bellezza soggettiva. Quest’anno a Taste of Roma i 3 quadri più belli secondo noi sono:
La dolce pesca, Francesco Apreda – Imago all’Hassler

Qui si può davvero parlare di pittura. Francesco ha preparato dei dischi di cioccolato bianco temperato dipinti a mano a ricreare la pesca. Tante sono le sfumature di colore adoperate, tante le pennellate. Il risultato è una quasi vera – quasi finta – pesca che a sua volta nasconde 4 tipologie di pesca lavorate in 4 modi diversi. Croccante è la pesca in osmosi, dolce e fresco il sorbetto. C’è la menta, il lampone, il pepe e altre piccole chicche che danno colore al dolce più buono dell’edizione 2018 di Taste of Roma.
Per mangiarla bisogna rompere la tela, andando giù nelle profondità del dipinto.
Pluma di iberico, peperone alla brace, erbe e nigella, Roy Caceres – Metamorfosi

Il verde primeggia, nitido e in tante declinazione. C’è il verde intenso della foglia di bieta, supporto ed elemento funzionale al boccone; c’è il verde più chiaro delle erbe aromatiche, fresche e rotonde; c’è il verde del guacamole, grasso e appena acidulo e poi c’è il verde spento, quasi bianco del finocchio in osmosi, croccante e dai rimandi di liquirizia. In tutta questa natura, ad emergere è la carne, affumicata e glassata con il rosso – arancio del peperone. Un tocco di bianco dello yogurt e qualche seme nero di nigella danno profondità al quadro che in pochi secondi, in pochi morsi, scompare nel nulla.
Sassi di luna al bergamotto, frutti blu e rabarbaro, Franco Madama – Magnolia

Il piatto più scioccante è senza dubbio lui. Ci sono dei ciottoli di mousse al cioccolato al latte ripieni di una gelatina morbida di bergamotto, acida e fresca. C’è una spugna al cioccolato, un croccante di frolla e poi…quella purea blu acceso, blu elettrico. Non è come pensate, non c’è niente di artificiale in quella purea, si tratta solo ed esclusivamente di particolari mirtilli giapponesi che lo stesso Chef ha scoperto durante uno dei suoi viaggi. Fine, tre colori, contrastanti per luce e intensità che si amalgamo a creare un’atmosfera lunare.
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