Era un lunedì sera quasi caldo e tranquillo. Non un filo di vento, non un semaforo rosso di troppo. Nessun imprevisto, nulla era fuori posto. 
Io e il mio ragazzo camminavamo sereni nel quartiere di San Giovanni. 
Aperitivo veloce al primo bar che ci capita davanti. E poi? Fame chiama fame, si sa. 
I nostri stomaci iniziano a tuonare come fulmini in mare, dobbiamo assolutamente trovare un ristorante.

Risaliamo una via impervia ed ecco che ci compare un’insegna moderna, accattivante: Locanda Rigatoni. 
Il menù all’esterno invita a provare una cucina romana leggermente rivisitata con accenni partenopei. 
Entriamo. 

La vista dalla sala in alto

Il cameriere Christian ci fa accomodare nella sala rialzata, un palcoscenico con vista. 
Bollicine per iniziare e ordiniamo alla carta. 

Montanara all’amatriciana – 5,00 euro

Essendo tanta la fame iniziamo da cose veloci e rapide da stuzzicare. 
Montanara all’amatriciana e ripiena alla mortadella. 
Ci sporchiamo, ma ne vale la pena. L’impasto è preparato dallo chef, il fritto è asciutto e il sugo…
Ricco, dolce, acido con una leggera punta di aceto balsamico che sgrassa la ricchezza del guanciale estremamente croccante. 

Fiore di zucca in pastella – 5,00 euro

Poi arriva un fiore di zucca in pastella ripieno di ricotta di bufala, fior di latte e alice. La pastella è croccante, di stampo campano, non romano. 

Perchè c’è tutta questa Napoli in un ristorante romano?
Lo chef che ci ha aiutato nel creare il menù viene da lì. Così ci rivela Moira che sin dall’apertura gestisce il locale.

La trippa alla romana con ceci al rosmarino – 8,00 euro

Finiamo il servizio degli antipasti con un coccio di trippa alla romana su passata di ceci al rosmarino. Due classici della cucina romana eseguiti a modo. Interessante il gioco di consistenze tra la trippa callosa e il cece croccante e in crema. Nota di merito alle verdure del soffritto, omogenee e mordaci. 

E’ tempo di carboidrati. Arriva la pasta, anzi le paste. Abbiamo deciso di optare per il tris di classici che prevede l’assaggio in simultanea di Carbonara, Amatriciana e Cacio e Pepe ovviamente in formato Rigatone – 13,00 euro.

L’amatriciana

La pasta è al dente e ben incorporata alla sua specifica salsa.
Come ha dimostrato la pizza fritta iniziale, l‘Amatriciana è a dir poco eccezionale, forse la migliore provata a Roma. 
Moira ci racconta anche che il sugo è laborioso: le cotiche del guanciale vengono sgrassate in forno e il succo di maiale ottenuto viene usato al posto dell’olio per far partire la cottura della salsa di pomodoro.
Buona la Carbonara, ricca di uova con il guanciale aggiunto al’ultimo sopra la pasta. 

La Cacio e Pepe

E poi c’è la Cacio e Pepe, la meno convincente delle tre perchè povera di pepe e di forza. D’altra parte la crema è giusta, preparata solo ed esclusivamente con acqua e pecorino romano.

Agnello, topinambur e melagrana – 15,00 euro

Sazissimi ci teniamo un posticino per una costoletta d’agnello con topinambur e chicchi di melagrana, rigorosamente da stuzzicare con le mani, e poi il dessert.

Se pensate di dover scegliere fra tiramisù, panne cotte e creme catalane vi sbagliate di grosso. I dolci manifestano ricercatezza ed estro. 
E’ il caso di Giardino d’autunno, – 9,00 euro – un dessert che si compone di crema al limone, sorbetto ai frutti rossi, spugna di menta e terra di cacao. 
Nonostante ci sia da lavorare, questo dolce fa sorridere e conclude in bellezza una serata romana, sapida e ricca di guanciale. 

Il bello accade quando, felice della serata, decido di pubblicare la foto dell’amatriciana sui social. Navigando sul web scopro che il ristorante dove sto passando una splendida serata è la famosa Locanda Rigatoni dello scontrino omofobo Pecorino No, Froci Sì.
Incredibile a dirsi. 
Faccio due chiacchiere con Moira, la gestrice del ristorante che mi racconta gli effetti di questa catastrofe. 
La colpa di un singolo individuo, per altro non assunto, è ricaduta su tutto lo staff e il ristorante. 

Pochissimi avventori, tante critiche e insulti sparati a zero. 
Ora però si stanno rialzando. Le pagine social sono state riaperte. La voglia di ripartire è tanta. 

Quello che è accaduto è orribile ed ingiusto come è altrettanto ingiusto far crollare un locale per la colpa di un singolo. 
Da Locanda Rigatoni non si mangia bene, si mangia benissimo. 
Un rigatone all’amatriciana non fa male a nessuno. Ricominciare a mangiare a Locanda Rigatoni non fa male a nessuno, non fa diventare il cliente omofobo. 

Locanda Rigatoni è un ristorante da provare e riprovare con amici, parenti e fidanzato. La prossima volta andremo per mare. Ci intriga il calamaro ripieno su crema di ricotta di bufala e biscotto al parmigiano – 12,00 euro – e lo spaghetto con vongole, crema di melanzane affumicate e mandorle – 13,00 euro. 

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