Trastevere è Roma o Roma è Trastevere?
Più cervellotica e problematica di questa non esiste altra domanda.
Trastevere è il riassunto di Roma, di quella Roma che fa sognare il mondo per i sampietrini irregolari, le mura color mattone, il pizzicagnolo che ti manda a quel paese e il dannatamente devastante profumo di pecorino appena grattugiato. Trastevere è questa, la Roma che (mi/ci) piace è questa.

Ritenendoci grandi esperti della zona, possiamo dirvi esattamente in quali posti dovete andare a mangiare.

Per l’esattezza Trastevere ha due lati tagliati dall’omonimo lungo e largo viale. Ora vogliamo parlarvi del lato caotico, pieno di turisti, bottiglie di birra, sigarette e cartoni di pizza lasciati per la strada.

Ecco i 12 posti da provare nel lato turistico di Trastevere:

I supplì (Via di San Francesco a Ripa 137)


La Rosticceria più buona del Mondo. Aperta da secoli in nemmeno 30 metri quadrati frigge miliardi di supplì al giorno, supplì da 100 e lode: sono più grandi del normale, hanno una panatura sottile e poco croccante che racchiude un risotto cremoso e giustamente al dente che a sua volta nasconde un cuore perennemente filante di fiordilatte per la modica di cifra di 1,50 euro. Il riso non è solo quello al ragù (senza rigaje di pollo): c’è anche quello alla carbonara, all’amatriciana, alla cacio e pepe o alla coda alla vaccinara. Oltre ai supplì tanti altri fritti sono a vostra disposizione: zucchine e melanzane in pastella, chips di patate, arancini, filetti di baccalà (solo il venerdì), olive…Poi c’è la pizza al taglio, il pollo al forno e tante altre preparazioni, sia calde sia fredde. A pranzo e cena ogni giorno ci sono un paio di primi: non perdetevi gli spaghetti alle vongole del martedì.

Ivo a Trastevere (Via di San Francesco a Ripa 158)


Ristorante e pizzeria con tavoli dentro e fuori, Ivo è una certezza se avete voglia di mangiare velocemente e a poco prezzo. Attaccati gli uni agli altri potete ordinare primi tradizionali o pizze basse e croccanti cotte nel forno a legna in dimensione normale o XL. Imperdibili sono le chips di patate cacio e pepe e il tiramisù in coppa. Il ristorante è aperto fino a tardi: potete rifugiarvici dopo una notte non proprio tranquilla e condividere una pizza con l’intera comitiva di amici.

Peppo al Cosimato (Via Natale del Grande 9)

Foto dell’autrice. Spaghettone burro e alici con pane croccante


Aperto recentemente Peppo al Cosimato ha conquistato il quartiere proponendo specialità a base di pesce povero. Ci sono i supplì al nero di seppia con i moscardini, i paccheri con pomodorini rossi e gialli e pesce del giorno o ancora la pizza con lo sgombro…e che pizza! Si tratta di un ibrido fra la romana e la napoletana, dal cornicione pronunciato e la base croccante. Il tutto è rigorosamente cotto nel forno a legna, così come il pane che servono a fine pasto spalmato di burro alla vaniglia e marmellata fatta in casa. Il locale ha tavoli sia dentro sia fuori. E’ sempre pieno: vi consigliamo di prenotare con largo anticipo.

Eggs (Via Natale del Grande 52)

Foto dell’autrice. Carbonara classica


Da Vicolo del Cedro a Via Natale del Grande hanno fatto pochi passi i ragazzi di Eggs che ora mantecano carbonare e riempiono uova in un locale molto più grande con uno spazio esterno. Qui al tavolo o al bancone potete provare tante tipologie di carbonara preparate sapientemente da Barbara Agosti: notevole è quella con trippe di baccalà, limone e chips di patate (15 euro). Poi c’è il Gioco dell’Ova (19 euro) : una vaschetta delle uova dove i sei gusci sono svuotati e riempiti di intriganti accoppiate come “Gelatina di Martini bianco, tuorlo di quaglia e perle di yuzu”.  Tanti i secondi di carne e di pesce fra cui scegliere, ostriche e crudi. Imperdibile è il tiramisù del laboratorio artigianale ZUM (6 euro).

Zia (Via Goffredo Mameli 45)

Foto dell’autrice. Amouse bouche: sorbetto di pomodoro 


Giovane il locale, giovane lo chef: Antonio Ziantoni, dopo gli studi all’Accademia del due stelle Michelin Anthony Genovese, ha deciso di aprire con la compagna il suo personalissimo ristorante. Nessuna decisione fu migliore. Il locale, sviluppato su due piani è minimalista e fonde assieme legno e tinte scure. Al tavolo lasciato nudo sarete travolti da una giostra di sapori insoliti che fondono assieme la terra e il mare: l’ostrica è abbinata all’ostrica di pollo – muscolo sferico vicino alle cosce di questo animale – (14 euro). Ottima è la formula del pranzo che offre tre piatti a scelta dal menù a 25 euro.

Santo (Via della Paglia 40)

Foto dell’autrice. Cannoli di baccalà mantecato, scapece di zucchine e cipolla in agrodolce


Cocktail da urlo e piatti da condividere in una location in stile newyorkese che fonde piante rampicanti ad arredi moderni in legno e alluminio. Santo è il posto giusto per chi vuole fare un aperitivo lungo spizzicando dei cannoli ripieni di baccalà mantecato o delle succulenti costolette d’agnello bbq e sorseggiando cocktail a base di cioccolato, rose, sambuco e chi più ne ha più ne metta. Saltuariamente si organizzano serata con dj set e ospiti d’eccezione.

Enoteca Ferrara (Piazza Trilussa 41)


Enoteca Ferrara e Ferrarino sono i due posti che, se passate per Piazza Trilussa non potete lasciarvi scappare. Ferrarino propone un menù da trattoria con piatti della tradizione in porzioni abbondanti; Enoteca Ferrara, dall’altra, offre preparazioni più elaborate che esaltano materie prime di grandi qualità. Imperdbilie è la carbonara di asparagi e la terrina di salmone affumicato e ricotta di bufala. Ottimi i vini e il servizio. Se volete essere romantici scegliete Enoteca Ferrara: l’atmosfera vi lascerà più che soddisfatti; se volete essere “romani de Roma” scegliete le cofane di rigatoni di Ferrarino.

Meccanismo (Piazza Trilussa 34)


Per l’apericena è il posto ideale: 10 euro e avrete un cocktail d’autore servito in bicchieri inusuali e un vassoio di stuzzichini per nulla scontati. Ci sono le polpette di ceci, la lasagna, i rotoli di crepes, le bruschette, gli affettati e tanto altro. Ottimi anche gli hamburger e le patate fritte di accompagnamento.

Bir & Fud (Via Benedetta 23)


Se volete la birra dovete andare qui. Ad accogliervi ci sarà un lungo bancone in legno traboccante di boccali di birra alla spina. In fondo ci sono i tavoli dove potete addentare un’ottima pizza cotta a legna dal cornicione pronunciato ma croccante. Ottimi anche i fritti iniziali e le salse artigianali in cui intingerli. Date sempre un’occhiata alla lavagna…potrebbe riservare belle sorprese.

Trattoria da Augusto (Vicolo De’ Renzi 15)


Osteria tradizionale con tovaglie di carta e piatti ricchi in tutti i sensi: tante le calorie tante le chiacchiere e i sorrisi. I rigatoni cacio e pepe di Augusto sono da provare almeno una volta nella vita, così come la trippa coperta di pecorino.

Glass Hostaria (Vicolo de’ Cinque 58)


E’ l’unica stella del quartiere ed appartiene ad una donna: Cristina Bowerman, pugliese trapiantata ad Austin in Texas e poi a Roma dove da più di dieci anni gestisce con il compagno questo ed altri ristoranti nella Capitale. La sua cucina è un melting-pot di culture e tecniche da tutto il mondo: mangiare al Glass significa mangiare il mondo nel centro nevralgico del quartiere più rumoroso e affollato di Roma. L’arredo è leggero, minimalista; il servizio attento e caloroso. Ricca la carta dei vini.

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