Non amo particolarmente il sushi e la cucina fusion. Preferisco sfamarmi con uno spaghetto, almeno 250 grammi, alla carbonara o un fritto misto di pesce.
Mi capita, però, raramente, di andare a mangiare con in mano bacchette e ciotoline di salsa di soia.
Il più delle volte si tratta di ristorante giapponesi – cinese all you can eat di bassa qualità.
Si mangia tanto, si spende abbastanza, il doppio di una pizzeria diciamolo pure, ma ci si diverte in compagnia degli amici.
Ebbene sì, i locali di sushi all you can eat li ho visti sempre così: luoghi dove divertirsi con gli amici abbuffandosi di riso gommoso, creme al formaggio spalmabile e litri di salsa di soia.
Qualche sera fa sono stata invitata a provare un ristorante fusion, aperto ormai da un anno, nel quartiere Parioli, vicino l’affollata Via Po’. Il suo nome è Manì.

Lui è Joaldo Campos, brasiliano di origini e romano d’adozione. Formatosi alla prestigiosa scuola di cucina Le Cordon Bleu di New York, ha sin da subito collaborato all’apertura di vari ristoranti in America, in Brasile e ovviamente in Italia. Le sue origini e le sue esperienze si sono fuse in piatti originali, sushi bizzarri farciti di nachos, peperoncini habanero, melograno, mango e tartufo nero.

Joaldo è tra i maggiori e più validi rappresentanti della cucina Nikkei, nippo – brasiliana, nata appena un secolo fa in Brasile dall’arrivo di numerosi immigrati provenienti dal Giappone.

Seduta al tavolo del piccolo locale da nemmeno 50 coperti, Joaldo mi ha raccontato la sua storia attraverso una serie di stuzzicchini, serviti uno dopo l’altro.

Da sottolineare è il fatto che i roll siano preparati al momento. Ragion per cui potreste attendere qualche minuto in più di un normale sushi all you can eat.
Ma non temete, potete ingannare l’attesa con una fresca e dissetante caipirinha al mango o una più alcolica caipirinha classica.

Tanti sono gli hosomaki.
Partiamo con l‘Abacaxi in tempura con salmone, cream cheese, ananas, o melograno, e salsa teriyaki. La grassezza del salmone e del formaggio viene controbilanciata dall’ananas fresco, acido e piacevolmente croccante.

Subito dopo arriva l’hosomaki a base di branzino piccante, avocado, erba cipollina, tobiko (uova di pesce volante) e salsa piccante Bahia. Qui i sapori diventano più complessi. La nota piccante invade il palato dopo qualche secondo e viene attenuata dall’avocado in crema.

Sempre molto piccante è quello con tonno, sia fuori sia dentro, e salsa all’habanero rosso.

Poi c’è il California con polpa di granchio, maionese, avocado, mango, uova di salmone e sempre tobiko. Senza dubbio è il mio sushi preferito, ricco di sfumature di sapore.

Arriviamo alla specialità: Salmone tex-mex roll. Qui, da Manì, il roll è composto da salmone fresco, cream cheese, nachos, jalapenho, mais e guacamole. Si tratta di un roll goloso, ricco e per nulla dietetico. E’ l’ideale da mangiare mentre si guarda la partita.

Un altro roll da mangiare davanti alla televisione è senza dubbio quello con salmone, gamberi in tempura, salsa teriyaki, sesamo, avocado, cream cheese e…chips di patate. Un morso, un’esplosione.

Oltre agli hosomaki, molte altre specialità potranno colpirvi da Manì.

Dal tataki di tonno con salsa tartufata alla Pichanha di manzo brasiliano fino ai vegani asparagi in tempura e edamame al tartufo nero.

Da applauso il tortino al cioccolato dal cuore morbido con mango. Nonostante questo sia un dolce anni 80, fa sempre la sua figura.

Il conto sarà più alto del normale ma per il sushi che proverete ne varrà assolutamente la pena.
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