Non sono portata per la matematica, l’economia e il business in generale. 
Termini come food cost, profit margin, turnover non mi appartengono. D’altra parte, i pochi neuroni che mi sono rimasti nel cervello a furia di cocktail alla goccia a base di metanolo e polisaccaridi in stile cellulosa, mi hanno consentito e mi consentono tutt’ora di capire che SE UNA CENA CON OPEN WINE COSTA 15 EURO, SICURAMENTE DIETRO I FORNELLI NON C’E’ CARLO CRACCO – ma neanche il pizzaiolo della rosticceria sotto casa.
 

Eh si perchè se per allestire anche la più scadente delle feste a casa con pasta Voiello, pancetta Beretta, Tavernello e buste di patatine delle più scrause delle marche spendo 30 euro, cosa posso aspettarmi da una cena al ristorante a 15 euro? Perchè dovete ricordarvi che i proprietari devono anche guadagnarci qualcosa da quei 15 euro: pagare l’affitto, le stoviglie e, si spera, anche il personale.

E allora? Come fanno mi chiedo? Uccidono le pantegane del Tevere, le arrostiscono in forno con due patate e qualche foglia di insalata raccolta lungo l’Appia e le spacciano per arrosti misti con salse francesi? Tutto può essere ma, come per ogni cosa, conta il risultato finale e ormai alle mie allenatissime papille gustative non si può nascondere nulla. 

Quando un piatto è sbagliato è sbagliato e sfondarsi di cibo sbagliato solo perchè costa 15 euro non è un’idea geniale. 

Ma sapete quando diventa un’idea geniale? La più geniale delle idee, che neppure l’Eureka di Archimede saprebbe battere? Quando quei 15 euro li tirate fuori dal portafoglio per mangiare al Nur Bar.

Sì avete capito bene: Nur Bar. Non è un bar, ma neanche un ristorante vero e proprio: è un locale polifunzionale che, attenzione, il venerdì sera dalle 21:00 (all’incirca) si trasforma  nel polo di attrazione dei più promettenti giovani studenti universitari di Roma e dintorni. 

Da tutti i quartieri, in camicia i maschi, in vestiti attillati e non poco appariscenti le femmine, arrivano in massa per trascorrere la migliore notte di tutta la settimana. E il tutto a soli 15 euro. 

Varchi la soglia, paghi, timbro sul dorso della mano e poi si vola a riempire lo stomaco al fantastico buffet. 

Sicuramente non c’è Cracco a sfornare uova con spume e sferificazioni né tantomeno Antonino Cannavacciuolo a dare pacche sulla schiena ma vi assicuro che troverete la più fantasmagorica e calorica SAGRA DEL CARBOIDRATO DI TUTTA ROMA. 

Un mini Barbieri che rovescia mappazzoni in pirofile incandescenti di ceramica si aggira tra i piani del locale, zitto zitto, senza farsi vedere da nessuno. 

Prima porta in tavola i piatti freddi così da solleticare l’appetito, poi va giù pesante di fritti, lasagne, pasta al forno, gricia e carbonara. 

E tutto finisce in un lampo perchè, ricordatevi, siamo a Roma, non a Milano: le ragazze, la maggior parte, sono camioniste (?) mascherate da fate turchine che si magnano questo mondo e quell’altro. 

Siete curiosi di sapere nel dettaglio le delizie della tavola imbandita? Volete capire perchè questi 15 euro sono sapientemente spesi? Ecco a voi un mini elenco dei piatti TOP del Nur.

BRUSCHETTE

Se dovessi dare un nome a questa portata direi “Fantasia di bruschette“. Ogni venerdì lo chef propone una trilogia di assaggi colorati e non banali che raccontano la stagionalità e il territorio…Si, du vorte. Fate bene a non credermi però vi posso assicurare che queste fette sottilissime di pane bruschettato in maniera omogenea (e non è cosa banale) non sono affatto male per tappare lo stomaco prima dell’avvento della pasta. Tra le crema più apprezzate c’è il patè di olive nere ma a volte potete trovare bizzarri miscugli a base per esempio di pesto alla trapanese, o almeno così mi sembrava l’altra sera.

FOCACCINE

Monogusto di parallelepipedi leggermente asciutti ma boni perchè unti e, anche questi attappanti, sono i fingerfood (termine fighetto) di focaccine bianche ripiene di salumi. Potete trovarli farciti con un velo finissimo – perchè gli affettati costano ricordatevelo – di mortadella o prosciutto cotto appena sgrassato da una foglia di lattuga non condita. Non sono al livello delle bruschette ma vi invito a provarle.

FRITTI

Nella categoria del fritto accolgo una caterva di roba: verdure, mozzarelline, crocchette, supplì, olive all’ascolana e chi più ne ha più ne metta. Tutto caldissimo, rovente, di quel calore che solo i microonde di ultima generazione possono provocare. Vi ustionerete la lingua. Avrete urgente bisogno di alcool e inizierete un circolo vizioso da cui sarà difficile uscire. Tra le varie opzioni impanate vi consiglio di approcciare le crocchette e le olive. Non vi aspettate il cuoppo di olive di Ascoli Piceno, però un microgrammo di carne trita la trovate all’interno e vi ricordo che di PROTEINE ne avete bisogno e forse le olive sono la vostra unica ancora di salvezza. 

INSALATE DI PASTA E RISO 

Prima di addentrarci nel caldo della pasta espressa vanno menzionate alcune fresche insalate di carboidrati: farfalle pomodorini e olive, riso basmati e pisellini primavera, insalata di farro. Tutto è disponibile per essere scaraventato nel piatto e mangiato in tre secondi. La cosa che più apprezzo di questa tipologia di preparazione è il velo d’olio lasciato sul piatto bianco, saporito, dal leggero retrogusto di pomodoro schiacciato e aceto dei sott’oli da scarpettare con la focaccina asciutta citata in precedenza. E poi vogliamo parlare dei chicchi di riso e dei mini pisellini che come folletti iniziano a insinuarsi in ogni angolo – anche il meno piacevole – del corpo? Possono dare fastidio all’inizio ma sicuramente sono un’ottima arma per rompere il ghiaccio e iniziare una conoscenza. 

PASTA ESPRESSA

Eccoci arrivati al pezzo forte della cena: la pasta, quella vera, non in  insalata. Ogni venerdi, in base a cosa sta per scadere in frigorifero, lo chef del Nur sforna tre paste diverse. Generalmente c’è una pasta al forno, una vegetariana e poi un classico romano come carbonara, gricia o amatriciana. Non ho mai assaggiato la cacio e pepe: sarebbe da aggiungere al repertorio non crede chef?
A volte la pasta è un po’ scotta. A volte i fusilli si trasformano in creme spalmabili al gusto di ragù e parmigiano. A volte, invece, i rigatoni sono al dente, compatti, perfetti e correttamente amalgamati alla salsa. Su una cosa non sbaglia mai lo chef: il SALE. Chapeau. 

PIATTO DEL GIORNO

Generalmente nei mesi morti, quando gli studenti più bravi restano il venerdì sera a casa per studiare, il nostro chef preferito si cimenta in piatti più particolari come la CAPONATA, l’ARROSTO (siii proteinee) o ancora PATATE AL FORNO per esempio. La caponata è perfetta: verdure tagliate al millimetro, cotte il giusto e condite con l’esatta quantità di zucchero e aceto. 
L’arrosto purtroppo è stracotto ma che vi frega, ricordate che è una proteinaaa. 
Le patate sono superlative! Croccanti fuori e cremose all’interno, profumate con rosmarino e aglio, ma poco, non disturba l’alito ve lo assicuro. 

Ed ecco qui, l’elenco è concluso. No, se ve lo state chiedendo, non ci sono dolci, frutta, cornetti caldi o fontane di cioccolato. Il dessert lo prendete alle 6 di mattina mentre tornate a casa, morti e ubriachi. 

Perchè il più delle volte, nel giro di 120 minuti, le pance dei partecipanti a questa grande abbuffata si gonfiano fino ad assumere l’aspetto di mongolfiere in caduta libera. Il glutine frammisto agli zuccheri del vino fa il suo effetto ma poco importa: dalle 23:30 parte la musica e le calorie si bruciano in fretta. All’uscita dal locale sarete di nuovo con la fame alle ginocchia, nella disperata ricerca di un euro di grassi. SOLO GRASSI

NIENTE ALCOOL: di quello non ne vorrete sentir parlare fino alla settimana dopo. Ma sul vino del Nur Bar c’è un’altra storia, pronta per essere raccontata

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