Del Treefolk’s Public House vi ho già parlato qui.
In Viale Trastevere 192, questa nuova apertura è riuscita ad ottenere in poche settimane una grande attenzione mediatica grazie alla sua proposta innovativa nel panorama romano. Una cura nella scelta del design, una proposta gourmet dello chef Valerio Mattaccini insolita per un pub, il Cask Bar con le 12 birre in pompa, 8 on the tap e infine le 600 etichette di Whisky.
E la creatività continua seppure in presenza dei nuovi limiti imposti dalle circostanze.
La proposta beverage coordinata da Michele Ferruccio sorprende e conquista anche alle prime ore del giorno con il nuovo progetto Good Morning Cocktail.

Innanzitutto partiamo col dire chi è Michele.
Michele Ferruccio classe ’91, porta avanti un importante progetto che si basa sull’ospitalità, cura del cliente e attenzione per i dettagli. Una passione che lo ha coinvolto sin da bambino grazie ai suoi genitori, proprietari e gestori di un bar in un piccolo paese della Basilicata. Da sua madre ha imparato cosa significasse la parola “accoglienza”, e soprattutto ha realizzato quanto fosse importante il rapporto con il cliente.
Dopo aver conseguito il diploma in disegnatore di design d’interni Michele si trasferisce a Roma per intraprendere gli studi in Scienze del Turismo. È bastato poco per capire che la sua grande passione era l’Hospitality Management, così lascia gli studi universitari per specializzarsi nella ristorazione attraverso diversi corsi.
Inizialmente ha lavorato come commis, poi come cameriere e in poco tempo, dopo un corso in mixology ha deciso di intraprendere la carriera da barman. Il suo primo incarico in una terrazza in stile liberty nella zona del Circo Massimo, dove ha iniziato ad esprimere il suo estro attraverso cocktail e preparati.
Da lì a poco ha iniziato a viaggiare in Europa e in Italia per specializzarsi attraverso Workshop, Masterclass, Competition e fiere nel settore dell’Ho.re.ca. La sua formazione gli ha permesso di occuparsi principalmente di start up, dopo Ru.De, un cocktail bar a Centocelle, Sheket, Music Inn e Zuma è giunto al Treefolk’s Public House, dove ricopre il ruolo di Food and Beverage Manager, basando il suo lavoro sulla ricerca di nuove tecniche e nella selezione di eccellenti materie prime.

“Il mio concetto di bar è molto legato al concetto di Hospitality, il cliente è sempre al centro di tutto, nel servizio, nella scelta del menu sia food che drink. Posso definire la mia drink list elegante, pulita, con zero waste, minimalista con influenze dalla pop art”, dice lui stesso.
La drink list proposta al Treefolk’s Public House è differente in base ai diversi momenti della giornata. Viste le ultime restrizioni governative il consumo di cocktail accompagna molto spesso il Lunch, il Brunch o gli aperitivi anticipati. L’idea di Michele per questa nuova apertura è quella di portare in Italia lo stile British che dalle ore 11.00 del mattino predilige il consumo di cocktail, birre e bollicine. Quindi non è stato difficile adattarsi alle nuove restrizioni.
Vengono proposte sei tipologie di Bloody Mary e diversi Low alcohol, cocktail a bassa gradazione alcolica con base caffè, estratti, prosecco e fermentati.
Pochi giorni fa al bancone del locale ho assaggiato una sequenza di cocktail a bassa gradazione alcolica, spiritosi, complessi ed entusiasmanti che donano più di un sorriso in questo mare di nebbia e incertezze.

Il percorso è iniziato dal Welcome Mimosa, un cocktail classico e di gran classe che rivisita il Mimosa a base di spremuta d’arancia, zenzero, bergamotto e aggiunta di prosecco. Un drink che nei primi anni del ‘900 in Inghilterra, veniva consumato durante la colazione il giorno di Natale o come antidoto per l’hangover post sbronza.
In abbinamento la cucina propone delle golose polpette di pulled pork con salsa bbq alle prugne. Il corpo del fritto viene perfettamente sgrassato dalla freschezza appena acida del drink. Iniziamo bene.

Si prosegue con il mio drink preferito, il Bloody Mary.
Al Treefolk’s viene proposto in 6 varianti, con Tequila, Whisky o dal gusto più esotico a base di nettare di mango e tropical bloody mix.
Il più azzardato, e quello che Michele mi ha proposto, è lo Scotch and blood, a base di succo di pomodoro, brodo d’anatra e una piccola porzione di scotch scozzese, Johnnie Walker Black.
La complessità quasi carnivora e umami del brodo di carne, conferisce ancora più corpo ad un drink di per sè “da mangiare” più che da bere.

In abbinamento arriva l‘uovo alla carbonara: un uovo cotto, impanato e fritto, servito con fonduta di pecorino, guanciale croccante e caviale di tartufo. Sapidità all’ennesima potenza. Rigorosa è la scarpetta da alternare a sorsi di succo di pomodoro.

Si passa al Real Punch a base di Bourbon, sidro alle fragole, limone, sciroppo di vaniglia e cardamomo. Dolce e speziato, ma non stucchevole ben si accompagna al carpaccio di carne salata di manzo.

Michele Ferruccio nei suoi cocktail ha sempre provato ad unire i vari “ingredienti” che caratterizzano il Treefolk’s, le birre, la cucina, il caffè e gli spiriti. Oltre al famoso Negroyster, l’Espresso Martini ne rappresenta un grande esempio. Un cocktail intramontabile a base di vodka, servito in una coppa da Martini da cui prende il nome, con l’aggiunta di caffè espresso e liquore al caffè. Al Treefolk’s c’è una grande particolarità nel servire questa rivisitazione, in carta Cremini Martini. La preparazione si conclude al tavolo.
Mi viene servito un vassoio con una teiera contenente un liquore a base di caffè e whisky home made, due bicchieri con ghiaccio, una porzione di crema di caffè e una Moka. Un Espresso Martini scomposto e interattivo servito per almeno due persone o meglio due porzioni.

Accanto a lui affondo il cucchiaio in un ottimo zabaione con gelato alla nocciola e caffè. Godurioso all’ennesima potenza.
Un’altra grande novità della drink list è il Cold Brew Bourbon, un cocktail che unisce il mondo dello Specialty Coffee e della miscelazione. Il whisky viene lavorato come un Cold Brew coffee, ovvero attraverso una percolazione a freddo, viene lasciato filtrare attraverso il Caffè di origine etiopica macinato finemente. Successivamente viene mescolato con uno sciroppo di zucchero e aromi alla banana. Un drink che dona la giusta carica al mattino oppure viene consigliato a fine pasto come nel mio caso, accanto ad una selezione di biscotti fatti in casa.

Michele Ferruccio al Treefolk’s Public House si avvale di un team di professionisti, Gianluca Mazzocchi, Riccardo Gambino, Patrizio Borghi, Cristina Lorenzo per la mixology, Massimo Carpineti responsabile della caffetteria e infine Claudio Moreschini per il settore birre.
Il format della colazione che accompagna questi cocktail è curato dallo chef Valerio Mattaccini, che propone piatti di ispirazione britannica adattati alle materie prime locali. Una selezione di uova, English Breakfast, Avocado Toast e una varietà di Club Sandwich.
Tutti i cocktail del Treefolk’s Public House sono da asporto e in delivery. Il packaging utilizzato è il vetro o la lattina, tutto viene preparato in modo espresso poco prima della consegna.
“Il futuro della mixology è sempre più legato ad un concetto di semplicità, ricerca di tecniche sempre all’avanguardia e di materie prime, senza mai tralasciare l’effetto wow per sorprendere il cliente” – Michele Ferruccio.
Se volete ritagliarvi un angolo di spensieratezza, frizzante e serale, anche alle prime ore del giorno, Treefolk’s farà al caso vostro.
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