Da nemmeno un mese ha aperto letteralmente di fronte alla mia palestra il posto che mi farà diventare cicciona.
Il suo nome è Treefolk’s Public House e il perchè mi farà accumulare acidi grassi lo scoprirete nelle prossime righe.
Parto col darvi qualche informazione tecnica, tanto per darmi un tono: Treefolk’s nasce dall’unione di quattro ex publican noti nel panorama romano, Andrea e Alessandro Buresti, proprietari dal 2003 dello storico pub inglese “Treefolk’s Whisky & Beer”, Simone Casadio, ex publican con il “Green Mount” e Claudio Moreschini che, uscito dalla scuola alberghiera, vanta tra le sue esperienze il ruolo di direttore nello storico “Lochness Pub”.

A Roma sono gli unici ad avere sempre disponibili birre in Cask, prodotte principalmente in Inghilterra dove i processi di maturazione e rifermentazione delle “Real Ale” non avvengono in birrificio ma in botti di 41 litri affidate ai publican, a cui spetta dunque il compito – in caso non lo aveste capito – di custodire i cask nella cantina del pub e decidere quando sono pronti per essere aperti.

Cos’altro dirvi: 88 coperti, atmosfera inglese anni ’20 e 3 aree a tema: Cask Bar – ossia la parte più informale; Sala Camino, dedicata alla cena gourmet con divani Chester che delimitano una piccola area privè, tavoli in legno, sedie in pelle nere e marroni ed il pavimento avvolto da tappeti persiani e un pianoforte a vista dedicato alla musica dal vivo; Scotch Room, la zona più moderna con sedute in pelle e sedie rivestite di velluto, un bancone imponente con una bottigliera in legno con le migliori etichette di Whisky esposte.

Bene dopo i formalismi passiamo alla ciccia.
Esattamente il giorno prima dell’apertura ufficiale, il primo Ottobre, dopo essermi ubriacata in un bar fighissimo di cui vi racconterò a breve, sono arrivata al locale.

Le aspettative erano altissime. Sapevo infatti che a guidare la brigata di cucina c’era Valerio Mattaccini, un super chef che fino a qualche tempo fa mantecava i risotti migliori della Capitale in un ristorante di Prati.
Ecco lui ora è qui, a due passi dalla mia palestra e dalla mia casa: questo è il primo indizio della mia messa all’ingrasso.

Quindi entro, mi siedo al divanetto e subito vengo catapultata da una serie di cicchetti accuratamente descritti dallo chef.
Carne salada di manzo fatta in casa; crema di carote con stracciatella di burrata e caviale di tartufo; ostrica; formaggio erborinato; maritozzo con coda alla vaccinara.
Picco glicemico, pressione arteriosa alle stelle ma sto serena perchè quello che sto mangiando è buono, sano ed etico.
La scelta dei prodotti è frutto infatti di un’accurata selezione: la Tenuta Radichino dei Fratelli Pira, un’azienda del Viterbese, fornisce i formaggi che si trovano anche a colazione, come lo yogurt di pecora biologico e la ricotta di pecora che farcisce il maritozzo caldo fatto in casa. Si perchè mi sono dimenticata di dirvi che questo posto è aperto dalle 10 di mattina alle 2 di notte ininterrottamente sfamando gli avventurieri dalla colazione al post sbronza.

In tema formaggio calza a pennello il primo antipasto della degustazione: gamberi rossi e toma allo zafferano. Piatto audace, di contrasti, spigoli e vertici più morbidi. Inutile dire che la materia prima è più che stellare.

Una botta di vita si ha con l’uovo carbonaro in cui immergere trenta chili di pane di Roscioli. Spuma di pecorino, guanciale croccante e cialde di carbone vegetale danno consistenza all’uovo cotto a bassa temperatura.

Si passa al carboidrato che non troverete in menù perchè cambia in continuazione in base all’estro dello chef. Quindi per riso e pasta dovete appellarvi alla proposta del giorno!
Questo era con stracchinato, caffè, whisky e composta di visciole. Buono, complesso e pieno in bocca.

Guanciola di cinghiale a bassa temperatura e mi preparo a ricevere la botta di grazia con il trittico di dolci finale.


Sorbetto al mango con crumble di cioccolato bianco bruciato e si va di freschezza e purezza. Poi c’è il cioccolato nel sottobosco, più carico e strutturato, e per concludere una lattina. Speravo fosse di Coca Zero, così da risparmiare qualche centimetro di vita e invece niente da fare, era stracolma di tiramisù.
Un grande tiramisù, con la T maiuscola da finire a tavola o a casa sopra il tapis roulant.

Ricapitolando vi facciamo uno schema dettagliato di ciò che offre questa nuova astronave trasteverina di cui per ora ho potuto apprezzare solo la parte gourmet:
- Caffetteria: gestita da Massimo Carpineti, punta a far conoscere il mondo del caffè e dello Speciality Coffee. C’è una parte dedicata al Gold Trip, il caffè spillato che sta prendendo molto piede nel resto del mondo. Potete trovare la Specialty Treefolk’s, una collaborazione con la Torrefazione T68 dove verranno mescolate tre origini Specialities provenienti dall’Etiopia, Colombia e Panama. Ad accompagnare il caffè, 10 tipologie di maritozzi dolci e salati realizzati dalla Pastry Chef Barbara Meloni.
- Brunch: una vera e propria colazione salata incentrata sulle uova, quella tipicamente inglesi con uova, fagioli, funghi, pomodori e salsiccia accompagnati da pane tostato, caffè e succo d’arancia.
- Merenda: come da tradizione inglese, a far da padrone è il tea time. Trenta tipologie di tea dai classici neri, semi fermentati, bianchi e invecchiati saranno presenti in carta. Durante tutto questo tempo sarà possibile lavorare in smart working grazie al potenziamento della rete Wi-Fi e alla dotazione di prese USB.
- Bar/Aperitivo: qui ogni drink alcolico e non sarà accompagnata da un benvenuto dello chef composto da tre piccoli assaggi del menù e da un welcome drink a base di birra acida. Le Pie salate saranno una grande novità: Pie con pollo alla cacciatora, manzo alla picchiapò e con baccalà mantecato con patata viterbese sono una perfetta fusione tra Londra e Roma.
- Cena: ve ne ho parlato fino ad ora.
- Dopo cena: da mezzanotte alle due del mattino, il Treefolk’s propone una vasta scelta di piatti più “street”, dal sempreverde Fish & chips, passando dai lollipop di pollo fino ad arrivare ad un’hamburgheria di alto livello, seguendo sempre il concetto dell’alta qualità.

Una menzione a parte merita la proposta liquida.
Michele Ferruccio, bar manager del Treefolk’s, propone durante la mattina una carta con 6 tipologie di Bloody Mary e di Low alcohol, cocktail a bassa gradazione alcolica con base prosecco e fermentati. La sua idea è quella di portare in Italia lo stile British che dalle ore 11.00 del mattino predilige il consumo di cocktail.
In generale la carta dei cocktail, studiata da Michele Ferruccio, è un giro intorno al mondo. Ogni cocktail, classico o a base whisky rappresenta un Paese diverso.
Un’altra grande novità sarà il Take away in lattina con grafiche da collezione. Dal Sito internet del Treefolk’s Public House sarà possibile acquistare birre, cocktail come ad esempio uno Spritz alla spina con bitter home made. In lattina troveremo anche Speciality caffè, caffè freddi e un dolce, il tiramisù.
P.s. Quando andate ricordatevi di provare il Negroyster composto da Scotch whisky, un caffè selezionato da Massimo Carpineti e la Birra Stouth abbinato alle Ostriche, fusione perfetta di caffetteria, bar e cucina.
Contatti:
Treefoolk’s Public House
Viale Trastevere 192
00153 Roma
Tel. +39 0687656024
Orari:
Aperto tutti i giorni dalle 8 alle 2
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