Ogni Domenica, tra i tetti della Roma bene, a pochi secondi in linea d’aria dalla cupola del Pantheon, c’è il brunch più buono e bello e rilassante e instagrammabile (cosa importante visto il periodo) della città. 

Non avete ancora capito di chi parlo? Siamo dentro un hotel, il The Pantheon Iconic, al suo ultimo piano, al Divinity Restaurant gestito dallo chef stellato Francesco Apreda e dalla sua squadra. 

La vista dal tavolo

Il ristorante, che offre sia uno spazio esterno sia uno interno, quotidianamente propone pizze classiche e gourmet, primi piatti e secondi internazionali che abbracciano tanto la cultura italiana quanto la straniera con grande successo. 

E la Domenica, in occasione del Brunch, avete l’opportunità di cogliere ogni singola sfumatura di questa cucina assaggiando un’infinità di portate sia a buffet sia servite direttamente al tavolo in condivisione.

Calice di prosecco di benvenuto

Si tratta quindi di un quasi brunch, differente dal classico a buffet. 
Qualche domenica fa, quando il sole picchiava forte sul tetto dell’albergo ho testato l’offerta – uno sporco lavoro d’altra parte.

La pizza cicoria, provola affumicata e curry verde

Si inizia con l’assaggio di tre pizze – in formato mini, adatto per 2 persone – a discrezione dello chef servite direttamente al tavolo. 
A vincere la medaglia d’oro è senza dubbio la pizza con cicoria, provola affumicata e curry verde, l’incontro perfetto tra Roma, Napoli e l’Oriente. Molto buona e spiccatamente romana è la pizza cacio e pepe condita con una speciale e segreta miscela di pepi e sesami selezionati e dosati personalmente dallo chef. Me l’aspettavo bianca e invece è arrivata rossa, macchiata da una semplice salsa di pomodoro. 
E poi c’è la Margherita Speziale, una carta vincente SEMPRE.

La pizza rossa cacio e pepe

Dalla pizza si passa alla degustazione di due antipasti freschi e leggeri: mini mozzarelle di bufala servite a 38 gradi con cime di rapa e ‘nduja e carpaccio di salmone agli agrumi. Semplici ma decisi, italiani nel gusto e all’aspetto.

Gli antipasti al tavolo

Già praticamente sazia, mi alzo e mi dirigo dritta al tavolo imbandito nella sala interna con una serie di teglie calde. Ci sono i calamari alla diavola, le polpette al sugo, la ribollita, le patate arrosto. 

E poi insalata di cavolfiori, fregola sarda, carciofi arrosto e taglieri di salumi e formaggi da accompagnare alla pizza bianca e al pane appena sfornati. 

Primo piatto dal buffet
Secondo piatto dal buffet
Terzo piatto dal buffet

Ovviamente assaggio tutto, in dosi anche generose e non posso che essere soddisfatta. Ogni piatto, anche nella sua semplicità, è come deve essere. Le polpette sono morbide come burro e avvolte da un sugo fitto di pomodoro che solo Nonna sa fare. I calamari, appena tiepidi, sanno di mare al contrario di quelli congelati e decongelati malamente nella maggior parte dei brunch in giro per Roma. 
E poi le patate, sante, santissime. Croccanti, giustamente arrostite e appena unte di olio buono. Un sogno. 

La mia dose di Amatriciana Gold

Ok, respiro un attimo e posso dirigermi al buffet dei dolci. 
E invece NO. C’è un’ultima portata salata che deve arrivarci: l’AMATRICIANA GOLD. Vi pare che in un posto del genere servono una mera, coatta e popolare amatriciana? No qui si va di lusso con una salsa di pomodoro preparata a partire da pomodorini gialli, più zuccherini del normale. Poi c’è il guanciale in grossi cubi e tanto pecorino. 
Me la servono al tavolo direttamente in tegame: in base alla fame che hai la sollevi col mestolo e te la porgi nel piatto. Scelta molto democratica direi. 

Forchetta alla mano e pashmina sulle spalle e si assaggia. Cottura al dente, pomodoro presente e guanciale presentissimo. Chiudo in bellezza il reparto salato. 

Alcuni dei dolci assaggiati
La fantastica crostata al cioccolato

Operazione dessert, quasi alla 007. Zitta, zitta prendo tutti i dolci del carrello e li degusto con calma, godendo in ogni istante. Panettone: voto dieci. Ma toccano la lode la cheesecake cotta in stile newyorkese e la tartelletta al cioccolato. 
Non da meno sono i babà, le sfogliatelle (che fanno crunch) e il tiramisù. Insomma provateli tutti che male non fa. Poi in caso andate al Pantheon, salite le scale di Trinità dei Monti e proseguite dritti fino alla punta del Monte Everest.

Prezzo: 45 euro bevande escluse

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