E’ difficile saziarmi. Molto difficile.
Forse 500 grammi di pasta asciutta – scolata al dente – condita con panna, salsiccia, parmigiano reggiano 24 mesi e una grattuggiata di pepe nero di mulinello potrebbe risolvere la situazione, ma mai dire mai. Comunque la carne, la panna, il burro aiutano, sempre. 

Ora dimenticatevi quello che ho appena scritto. RESET. 

Un caldissimo venerdì di Marzo, prima della pesante e noiosa lezione di chimica Organica tenuta dal prode Prof. Villani, io e la mia amica Agnese, appena di ritorno da un calorico viaggio bolognese, siamo andate a pranzare a Ostiense. 

Visto che ci teniamo alla linea siamo partite con l’idea di mangiare un’insalata. Poco olio e sale e tante verdure, vitamine e antiossidanti. 
CHE TRISTEZZA. I raggi di quel sole urlavano vendetta: non potevamo sprecare una giornata del genere ruminando due foglie di lattuga.  

Cambio piano. Mangiamo verdure sì, ma mangiamole buone, cucinate come nessuno mai potrebbe fare. 

Dove andare allora? Il prode Alessandro Borghese e SkyUno sono venuti in nostro aiuto e ci hanno indicato la retta via: Romeow Cat Bistrot, un piccolo ristorante aperto dalla mattina alla sera con un’offerta esclusivamente vegana. 

La sala

La proprietaria Valentina, se siete appassionati di gastronomia – e di Alessandro Borghese – l’avrete sicuramente vista nel programma Quattro Ristoranti, dall’eleganza innata, vi accoglierà non appena varcherete la soglia del ristorante.

La sala pt. 2

Mattonelle e parquet, tavoli rotondi, quadrati e un lungo tavolo sociale anch’essi in legno lasciato grezzo. Pareti color petrolio, quadri, tanta luce e qualche micio in posizione antalgica che gode del silenzio circostante. Questo l’ambiente che ti accompagnerà per la giornata e quello che ha accompagnato me per un paio d’ore.

Dall’alto

Seduta al tavolo addossato alla finestra a tutt’altezza ho assaggiato il mondo vegano in persona. Verdure lavorate in mille modi, creme vellutate che penseresti essere fatte di sola panna, cialde di semi e paste acqua e farina sono state le mie compagne preferite di un pranzo che doveva essere light. 

Aperto il menù entriamo in confusione: tutto ci alletta, urlandoci MANGIAMI!. Fritti, creme, arrosti di verdure di stagione rinfrescate da spezie esotiche, ma anche mediterranee. 
Alla fine facciamo le pazze e ordiniamo due antipasti, due primi e due secondi. 

Ci puliamo la bocca con un centrifugato di mela, ananas e zenzero, inseriamo la modalità relax e non ci fermiamo più: forchette e coltello sono da ora fino alle 14 in nostro esclusivo possesso. Guai a togliercele.

Estratto di ananas, mela e zenzero

Carciofo farcito di patate schiacciate, fritto nel panko, tagliato a metà e accompagnato da una sapida crema di pomodorini secchi e salsa teriyaki è quanto di più goloso, quasi carnivoro, potesse arrivarci. In fondo il carciofo ha un cuore no? Fragrante, morbido all’interno e saporito. 

Carciofo croccante ripieno, crema di pomodoro secco, pistacchi tostati e salsa teriyaki – 9,50 euro

Poi arriva la verdura, mia e di Agnese, preferita: la zucca, Mantovana ovviamente. Qui viene arrostita in forno e abbinata ad una zuppa ristretta di legumi antichi e cicerchie. Nascosta sotto i legumi c’è la polenta e qualche briciola di castagna. L’Autunno fatto in persona si è manifestato davanti a noi. Qui usiamo anche il cucchiaio. E il pane per dare una mano al lavapiatti. 

Mix di legumi antichi presidi Slow Food, sfoglia di polenta ai 5 cereali, zucca arrosto e crumble di castagne croccanti – 9,50 euro

Pasta fresca. Uovo e farina? Nono: farina, acqua e spezie. 
Farina, acqua e curcuma nei fantastici – il mio piatto del cuore – ravioli ripieni di cicoria e anacardi con funghi pioppini saltati, salvia e crema di zucca arrostita. Dolci, sapidi, avvolgenti sono una meraviglia e la callosità della pasta è un punto in più. 

Ravioli ripieni di cicoria e anacardi, funghi pioppini saltati, zucca e salvia – 15,00 euro

Dall’altra parte c’è il piatto preferito di Agnese: fettuccina di soia nera biologica con latte di cocco, zenzero, cime di rapa e olive nere. Latte di cocco e cime di rapa? Pugliesi state calmi è tutto sotto controllo. La dolcezza del primo bilancia l’amarognolo del secondo per un risultato molto interessante che non stufa il palato. Molto particolare è la consistenza della pasta. 

Il tataki di tofu affumicato in casa con topinambur, puntarelle e gel di mandarino sembra quasi una carne bianca, leggera ma ricca di sapore. Il lavoro sul vegetale è fantastico: ne conserva gli umori conferendo al contempo una consistenza croccante molto piacevole. 

Tataki di tofu bio Otani affumicato in casa, topinambur, puntarelle e gel di mandarino – 14,00 euro

Finiamo in bellezza con il jack fruit, il frutto/verdura più grande al mondo simile al carciofo, o una rapa, per struttura. Il suo sapore neutro lo rende polivalente. Da Romeow era alla marinara con olive e capperi. Accanto? Patata dolce al gratin da 10. 

Jack fruit alla marinara, patate dolci sabbiate 14,00 euro

Sicuramente la cosa migliore del ristorante? I dolci. Li potete anche mangiare a colazione o merenda ovviamente, accanto ad un estratto di frutta o uno smoothie al latte di cocco. 
Noi ne abbiamo provati tre e vi stiliamo la nostra personale classifica: 

Dessert

1^: White Cake, ossia una cheesecake vegana a base di yogurt di soia alla vaniglia. Composta di lamponi in cima e sotto biscotti al cacao sbriciolati. In una parola? Bona. Affondate il cucchiaio e avrete la voglia impellente di chiedere la ricetta. 

Il nostro tris

2^ Mousse Cake: biscotto, pralinato alle nocciole, mousse di cioccolato e frutta secca sabbiata. Sale q.b. Qui si gode. Il goloso sarà felice ma anche chi è attento alla linea ma ama farsi viziare. Ogni assaggio avvolge il palato di burro ma il burro non c’è. Chiamatela magia. 

3^ Raw Cake: base di noci brasiliane, albicocche disidratate e pistacchi, crema di pistacchio e crema alla vaniglia. Una torta cruda? Si può fare. Trucchi e accorgimenti consentono di ottenere fette di dolcezza che sanno di forno pur non avendolo mai toccato. 

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