Un ritrovo immenso. Inaspettato. Al centro di Roma.
Questo è Mercato Plebiscito, un mercato urbano 2.0 dove mangiare, comprare e lasciarsi ispirare dal cibo buono e vero.
Un’ampio ingresso, luminoso, segna il confine tra la Roma caotica del centro – siamo a Via del Plebiscito, a due passi da Piazza Venezia – e il paradiso dei gourmet.
Volta e pavimento a marmette dell’800, tavoloni in legno conviviali a perdita d’occhio, tavoli da due, banconi in stile liberty, scaffali stracolmi di prodotti da tutta Italia. Un labirinto di 600 mq di reparti che vanno dalla caffetteria alla gastronomia passando per la pinseria e la pasta fresca.

La volontà di Alessandro Rappini, il fondatore di Plebiscito, – nato nel vicino dicembre 2019 – è quello di restauro conservativo e recupero a uso pubblico/collettivo del Palazzo Doria Pamphilj al fine di tirar sù un nucleo di incontro aggregante per qualsiasi fascia sociale e anagrafica amante della buona cucina italiana.
Il progetto ha preso il largo negli ultimi mesi con successo sempre più evidente. Sviluppandosi nella sua forma ideale, come un’oasi di vibrazioni positive e approccio autarchico, incastonata nel cemento cittadino. Un concetto di sostenibilità a ciclo chiuso che sfiora l’utopia e un’idea di ristoro sociale che copre tutti i momenti della giornata su più fasce e modalità di accoglienza.

Si parte con caffè e dolci della Torrefazione Toraldo, poi le specialità, del Gastronomo Posti, fino alle proposte superfood delle Açai Sisters, format di grande successo a Milano e che, con Plebiscito, sbarca a Roma. Si continua con Bottega Gamberoni per la pasta fresca, Porcello che offre carne di maiale e non solo e il Pinsere per la pinsa romana. Non può mancare l’enoteca che punta a etichette laziali e dall’altra parte la birra.
Proprio in questo contesto tra la possibilità di ordinare d’asporto, fare la spesa o sedersi per pranzare, ho scelto quest’ultima opzione.
Nelle ore del pranzo ho esplorato tutti gli angoli della proposta: una cucina immediata e materica, ma soprattutto etica e conviviale.
Piatti adattabili a una metrica realmente popolare di cucina, freddi, caldi, espressi o a lunga cottura, caratterizzati da una selezione di ingredienti di aitanti produttori, contadini e allevatori del territorio italiano, prevalentemente romano e laziale.


Il risultato traspira cura, tatto e salubrità da ogni assaggio, un palinsesto di gusti dall’animo soul e godereccio, che racchiude finezza senza ostentarla.
Inizio con focaccia calda e con una coppia di crostini 8 semi con scarola ripassata e insalata di pollo. A presentarmeli è Manuel De Berardinis che cura il reparto gastronomia. Semplici e essenziali, perfetto trampolini per sapori più intensi.

Si passa alla tartare di scottona in fraseggio perfetto con la dolce acidità delle perle di aceto balsamico e la vigorosa sapidità del caciocavallo podolico. Sale, pepe, olio e senape chiudono l’opera.

La merenda del romano e il dopo discoteca del giovane diciottenne: la porchetta calda arriva anche da Plebiscito, con una nuova, nobilissima veste. Qui è “condita” con formaggio erborinato di capra a latte crudo e miele d’acacia. Mai abbinamento è risultato più risolutivo, un’esplosione umami che farebbe invidia ai popoli orientali.

Intermezzo rinfrescante con il piatto vegetariano di Açai Sisters: Zoodles (spaghetti) di zucchine crudi, anacardi e pomodori secchi. Ludici ma centrati nel gusto. La sapidità del pomodoro secco rallegra i toni più timidi della zucchina, dalla piacevole croccantezza.

La doppietta di pasta ripiena di Bottega Gamberoni è una stilettata dritta a cuore&pancia, fatta di sapori domestici promossi con sapienza al futuro.
I tortelli ripieni di burrata, burro, alici e zeste di limone creano dipendenza. Rapporto ripieno:pasta da dieci così come il gusto del condimento che esalta il sapore più dolce e lattico della burrata.

Dall’altra ci sono i più autunnali tortelli ripieni di radicchio e taleggio, burro e mollica di pane bruscato. Anch’essi colpiscono ma chiamano a gran voce più condimento.


L’ode al compartir più libero e sfrenato arriva con gli assaggi di Pinsa del Pinsere. La Colosseo con crema di zucca, provola e pancetta croccante e la Plebiscito con fiori di zucca, alici, limone e bottarga di muggine sono i gusti che provo e divoro in pochi istanti. Definirli condimenti, salse, topping risulta riduttivo. Sono una platea armonica e non presuntuosa di materie prima che amano convivere. E che dire dell’impasto? Fragrante e non biscottoso perchè a base di soia, riso e grano con 80% di idratazione e una lievitazione di 48/72 ore.
E fate attenzione: i nomi delle pizze ricordano i monumenti e le vie capitoline, che corrispondono alla distanza da percorrere a piedi per smaltirle.


Si chiude con i dolci e il caffè della Torrefazione Toraldo: panettone artigianale Toraldo con crema di zabaione e nuvole napoletane ripiene di crema al latte. Queste ultime riducono a zero l’indice glicemico dell’intero pranzo e rinvitano all’assaggio.


In tutto questo un servizio agile, cordiale e sorridente recapita vino a non finire. Bottiglie di nicchia, non scontate sono abbinate ai piatti: Toscana Bianco Droppello “Tenuta Fertuna”, Frascati Superiore DOCG “Castel De Paolis”, Cesanese del Piglio DOCG “Massitium” e Moscato D’Asti DOCG “Oddero”.


Mercato Plebiscito
Via del Plebiscito, 104 Roma
Tel. +39066785440
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