Scusate il ritardo ma prima l’estate, poi gli esami e per ultimo il mare di Sicilia mi hanno bloccato mano, penna e tastiera impedendomi di raccontarvi le imprese gastronomiche che mi hanno vista protagonista.
Oggi, 30 Settembre si ricomincia con il flusso di coscienza, con le copiose recensioni e i lunghi racconti di cene bizzarre e eventi assurdi.
Oggi 30 Settembre vi racconto di Taste of Roma, l’evento, a parer mio, più figo della Capitale, ora giunto alla sua ottava edizione.

I creatori, i fratelli Mauro e Silvia Dorigo, ogni anno in più città d’Italia, in location amene e quasi sperdute, accolgono decine di chef e ristoranti per una fiera dell’alta gastronomia.

Niente panini con la porchetta, salsicce e strozzapreti all’amatriciana: al Taste ci sono solo stelle.
Ma sicuramente conoscete benissimo l’evento e le sue modalità di sviluppo quindi basta parlarne. Ho voglia di raccontarvi le chicche di quest’anno, le cose più divertenti che ho vissuto in prima persona.

Innanzitutto in questo 2019 sono stata all’Auditorium Parco della Musica quattro giorni su quattro. Perchè? In teoria (ma anche in pratica) lavoravo, scattavo foto e filmavo video per i social dell’evento.
E questo sporco e duro lavoro mi ha consentito:
a) di assaggiare praticamente tutti i piatti (erano circa 56 mi pare);
b) di partecipare ai cooking show e alle degustazioni;
c) di poter far imbucare (ovviamente in maniera legale con consenso del capo) i miei migliori amici alla manifestazione;
d) di seguire più account Instagram e quindi di aumentare il numero di likes alle foto del mio profilo privato.
Le premesse sono delle migliori. Le conclusioni ancora meglio. Nonostante i disastri ambientali – causa temporale – di Domenica, Taste of Roma 2019 è stata la mia edizione preferita.
Ora, giornata per giornata vi racconto il perchè.
GIORNO 1. GIOVEDì 19 SETTEMBRE

Inaugurazione con taglio del nastro prevista per le ore 18:30. Mi presento con qualche ora di anticipo, parlo con lo staff e organizzo la mia tabella di marcia “sociale”. Instagrammo tutto l’instagrammabile fino alle 21 circa. E poi arrivano loro, 4 ventenni affamati e alcolizzati che cerco di impegnare in qualche modo: vino bianco di Trimani, maritozzo con genovese di polpo e Carbonara di Ciro Scamardella del ristorante Pipero, qualche corso di cucina ed il gioco è fatto. Il giovedì sera passa liscio senza particolari eventi degni di essere ricordati. Ah no! Dimenticavo l’impresa prodigiosa della mia amica Claudia che con grande sour fair ha steso e farcito dei bellissimi ravioli multicolore e di Tommaso, maestro nel produrre quenelle di burrata.


GIORNO 2. VENERDì 20 SETTEMBRE
PRANZO.
Con i postumi alcolici della sera prima, mi avvio all’auditorium con due amiche. La mattina è dedicata alla stampa. Ciò significa eventi privati e degustazioni pazzesche limitate agli esperti del settore. E quindi, sempre con la scusa di dover riprendere i momenti più interessanti dell’evento, partecipo alla presentazione, nello spazio del bbq, dei forni Weber. Qui un esperto Pit Master – praticamente lo chef che griglia salsicce – mi racconta e mi fa assaggiare cinque/sei prodotti cotti al bbq con tecniche incredibili, davvero inaspettate. Faccio colazione alle 12 con uno scrigno di pollo bardato nel guanciale e ripieno di provola e ‘nduja per poi passare a delle SUPERLATIVE uova di galline sode affumicate e ripiene di salsa verde. C’è ovviamente il pulled pork, le costolette d’agnello in crosta di pistacchio da mangiare con le mani e il salmone agli agrumi. I profumi, i gusti…Le mie amiche sono scioccate ma la giornata è ancora lunga.

Corso di cucina Thai: prepariamo penso la zuppa più DISGUSTOSA nella storie delle zuppe: acqua calda, zenzero, cipolla (due chili per mezzo litro d’acqua), coriandolo e quintali di zucchero. Incommentabile: la mia carriera da cuoca al Taste of Roma inizia e finisce qui.

Ultimo evento memorabile del pranzo è un panino. Un panino con la carne. Un panino con carne di agnello e fichi. Un panino con pastrami di CUORE di agnello e fichi in due lavorazioni. I due folli a prepararlo sono stati Aurora Storari, giovane chef e pasticcera, e Roberto Liberati il più famoso macellaio di Roma. Le mie amiche non l’hanno voluto neppure toccare. Io ho fatto il bis e ogni notte sogno che mi compaia inaspettatamente nello zaino come pausa pranzo.
CENA.
La sera arrivano i miei due colleghi Max e Pheel del canale YouTube che se non avete ancora visto interrompete la lettura per andare ad iscrivervi. Con loro assaggiamo il MouTai – distillato cinese con una gradazione alcolica di soli 53 gradi; poi una caciotta stagionata nel mosto d’uva e ancora pane, biscotti e poi…incontriamo lui, l’altissimo e onnipotente Heinz Beck. Tutti i dettagli nella puntata!

GIORNO 3. SABATO 21 SETTEMBRE
PRANZO
Nottata in discoteca. Breve dormita di circa 3 ore e sono di nuovo al Taste ad assaggiare mille piatti. Oggi con il mio fido amico Luca, grande esperto di Instagram, intervistiamo tantissimi chef e mangiamo migliaia di piatti.
Scaldiamo lo stomaco con le polpette di spuntature in brodo di Francesco Apreda per continuare con il suo orange egg, un uovo morbido con zuppa di latte di cocco e curcuma, gamberi, guanciale e altre mille, non identificate, bontà.




Poi Riccardo di Giacinto, mi racconta la sua idea di pane, burro e marmellata e mi fa assaggiare un lingotto/flan di pane con beurre blanc e marmellata di peperoni. FIGATA anche se i miei amici apprezzano di più le sue mezzelune con burrata e pomodorini.

Tra un piatto e l’altro azzanniamo una mini banana allo stand della Thailandia e frutta dal nome impronunciabile. Però molto buona e rinfrescante.

Il mio ormai amico Heinz ci offre qualche piatto, da un semplice carpaccio di bufalo con ricotta affumicata alle capesante con mezzo chilo di caviale in cima passando per una pasta con peperoni e agnello e una crostatina scomposta.

Ultimiamo il modesto pranzo con il PIATTO MIGLIORE (almeno secondo noi giovani studenti) di questa edizione: il lardo di seppia con focaccia ai fichi e balsamico tradizionale di Daniele Lippi lo chef di Acquolina. Entusiasti all’idea di mangiare lardo senza ingrassare, prendiamo tre confezioni di affettato di seppia con scontrino e peso all’etto e le spalmiamo sul pane caldo…Sentite il sapido tipico del salume, l’umore delle spezie che hanno vissuto assieme al mollusco, il grasso scioglievole della carne e la fragranza del companatico. E’ anche facile da mangiare e trasportare!
SERA
Avevo mangiato troppo a pranzo, i piedi mi facevano male e quindi sono andata a Trastevere a farmi una birra, ghiacciata.
GIORNO 4. DOMENICA 21 SETTEMBRE
Il cielo è molto, molto scuro. Nuvole, su nuvole, su nuvole. Ma il mio stomaco non si ferma davanti a niente e quindi vado al Taste con mamma, zia e un paio di amici. Ultimo giorno, ultima possibilità di assaggiare piatti stellati. Dopo alcune ore bloccata a filmare food/fashionblogger da centinaia di migliaia di seguaci su Instagram ricomincio a tormentare chef e artigiani con telefonino alla mano.
Gunther, il gelataio migliore di Roma, mi fa provare il gelato cacio e pepe, quello con ricotta e sigaro, il sorbetto ai peperoni e quello al pino mugo e frutti rossi. Sto parlando di assaggi eh, non di coni e coppette.
Sull’onda del dolce mi divoro una fetta enorme di Panettone ai frutti rossi della pasticceria Dolcemascolo. PANETTONE A SETTEMBRE: direi si altre mille volte.


Torno al salato con gli gnocchi di Stefano Marzetti, e il suo foie gras e i suoi gamberi fritti. La mia amica Diletta impazzisce per gli gnocchi, un po’ meno per il foie gras. Inizia a piovere: panico. Mangiamo in fretta e furia un finto riso di semola all’amatriciana con calamari e aceto balsamico di Domenico Stile e poi dritti alla tavola al coperto di Cristina Bowerman dove ci sfornano all’infinito la pasta più buona dell’evento: tagliolino con latte di mandorla fermentato, bottarga e limone.

Piove e continua a piovere. Ci consoliamo con la sempre intramontabile carbonara di Pipero e dritti a casa.
CENA
Ultima sera. La pioggia è finita: andiamo in pace assaggiando le micro erbe di Koppert Cress. Alcune sono davvero bizzarre. Proseguiamo con i dolci (sì sono tipo le 19:30 e stiamo mangiando dolci) dello stand Thailandese. Il mio amico Tommaso si è innamorato della chef e si è divorato 4/5 dolcetti al cocco, banana, mango. Camminando per gli stand incontro Angelo Troiani che, non so se cosciente, invita me e la mia mandria di amici a provare tutto quello che volevamo al suo stand. La ROSETTA con porchetta di coniglio, funghi porcini, pesche ed una salsa stile maionese è la cosa più goduriosa che abbia mai provato.


Zozzi e unti saliamo in un autobus per degustare vini naturali. Siamo in tuta, mezzi brilli e intorno a noi tutta gente apparentemente esperta che con eleganza e sobrietà degusta calici di etichette di livello. TUTTO SOTTO CONTROLLO.
Torno da Heinz che mi chiede una foto (la mia popolarità all’evento è cresciuta) e di nuovo ci fa mangiare tutti i piatti. Dolce di carbonara di Pipero e di nuovo a casa, stavolta per sempre. Cioè fino a Settembre 2020.

Un ringraziamento speciale alla signorina della Bresaola che ha sfamato Tommaso e Diletta con le sue speciali Bresaole al tartufo e al gruppo Ercoli per avermi fatto assaggiare un fiordilatte di Agerola che pareva bufala per quanto grasso, succoso e saporito.
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