Qualche sera fa ho provato la cucina di Ciampini alle Terrazze, sopra le scale di Trinità dei Monti.
Si perchè oltre al gelato e agli aperitivi, Ciampini, per chi ancora non lo sapesse, sforna piatti completi e, a mio modesto parere, anche buoni.
E’ vero le scale e l’orario mi avevano messo fame ma non avevo bevuto: ero sobria, lucida, pronta a giudicare ogni dettaglio della cena che stavo per affrontare.
Prima di raccontarvi nel dettaglio i 15, e non scherzo, piatti degustati, vorrei fare alcune precisazioni sul marchio Ciampini.

Marco Ciampini è il titolare ed executive chef delle Terrazza Ciampini.
Il cognome che porta con sè è tra i più importanti nella ristorazione romana e questo ha un peso non indifferente per lui e per la sua famiglia; a breve faranno ingresso nella attività i due figli Ilaria e Lorenzo, che però, tiene a precisare Marco, “inizieranno con le mansioni più semplici per imparare il mestiere”. Del resto è il minimo che ci si possa aspettare da parte di chi è alla terza generazione di una delle famiglie storiche romane votate alla ristorazione, cresciuto “in mezzo ai tavoli”, come il titolare stesso ama ricordare.
I nonni di Marco, Giuseppe e Francesca Ciampini, fondarono nel 1931 il “Tre Scalini” di piazza Navona e da lì in poi è stato un successo fino ad oggi con le Terrazze di Marco Ciampini, riaperte con coraggio a Giugno dopo il Covid e che ospiteranno i romani fino a novembre e che presto diventeranno tre dalle attuali due.
In una c’è la ristorazione, nell’altra la pizzeria immersa in alberi da giardino e nella terza lounge bar e cocktail: prossima apertura marzo 2021. In questo modo l’offerta sarà davvero completa.

Fatta questa parentesi, ora tocca tornare al cibo.
Quella sera il mio stomaco ha accolto dentro di sè 5 antipasti, 2 primi, un giro pizza, 3 secondi e 2 gelati. Quella sera lo stomaco di una ragazza di 21 anni e appena 49 chili in corpo non ha tremato nè esitato un’istante, è andato avanti tranquillo fino a tarda sera.
Dopo un aperitivo in piedi con fritti misti e chips, mi accomodo a tavola. L’ambiente è classico, anni 80, fresco e con un affaccio mozzafiato su San Pietro e i tetti della nobiltà romana.
Prosciutto affumicato di Cormons, controfiletto di manzo iberico e focaccia arrivano all’istante a tavola.
Un inizio classico ma curato nella qualità.

Seguono i gamberi in pasta kataifi, polposi, fritti correttamente e serviti con la misticanza che sgrassa e resetta il palato.
Poi c’è il polpo con vellutata di rape rosse e crema di ceci. Tenace al morso perchè lessato e poi piastrato. Nel complesso è gradevole.

Ultimo antipasto sono delle capesante in miniatura condite con aceto di lamponi. Abbinamento inusuali forse da rivedere nel dosaggio.

Gustosi entrambi i primi che ordinerei all’infinito. I ravioli di mare fatti in casa nascondono un ripieno compatto di patate e pesce. Il condimento esterno è ricco, iodato e ben amalgamato alla pasta, volutamente lasciata spessa – io l’ho adorata!.

Il secondo primo é tradizione da Ciampini: tonnarelli cacio e pepe con pomodorini Pachino. Una cacio e pepe rossa o un’amatriciana vegetariana? Qualunque cosa sia a me è piaciuta al punto da riproporla a casa già più di una volta.

Giro di pizza tanto per gradire. Eh si perchè oltre al pesce, la carne, qui si sfornano anche pizze.
Pizze fatte con grani di primissima scelta, infornate dal pizzaiolo, spalla importante di Marco.
C’è quella alle verdure, alla “carbonara”, ai fiori di zucca, fino alla più classica margherita.
Io ho provato quella con baccalà e cipolla in agrodolce. Ottima la cottura del baccalà, umido e saporito al punto giusto.
La pizza in sè è d’impronta romana, croccante, scrocchiarella.
Guancia di vitella con purè e il reparto salato l’ho finito.

Passo ad affondare il cucchiaio nei gelati.
Prima di tutto il Tartufo 1945, una sfera di gelato al cioccolato che nasconde un cuore di ciliegia sciroppata. Buono, buono, semplicemente buono. Ne avrei mangiato un altro.

E poi ancora un assaggio di gelato alla crema con olio evo, pepe nero e fragole ed uno alla nocciola con Baileys e more.
Marco è anche sommelier e in inverno, quando la Terrazza chiude, inizia a girare l’Italia alla ricerca di vigneti particolari e di vini che poi porta a Roma e inserisce nella sua carta.
“Il mio obiettivo resta quello di mantenere la tradizione della mia produzione nel settore del mercato della ristorazione con una distribuzione puntuale e rapida – spiega lui stesso. La fiducia concessami dalla moltitudine di turisti ma soprattutto dei romani che hanno frequentato nel tempo le Terrazze Ciampini e prima il Tre Scalini, conferma il valore per me più importante e cioè il rapporto con il cliente che non è venuto meno neanche in tempi di Covid”.
Terrazza Ciampini è un luogo da provare perchè fa tornare indietro nel tempo, perchè propone ottimi piatti di pesce e non solo, con Roma sotto gli occhi.
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