A volte si sbaglia, e pure di grosso.
In quanti pensano che una cena in trattoria sia una cena di seconda mano, di quelle organizzate all’ultimo secondo con pochi spicci e tanta fame alle spalle?
In quanti credono che un piatto grasso e opulento, saturo di condimenti, preparato a partire da materie prime dozzinali, possa rappresentare al meglio i dettami tradizionali?
Le mie doti da sedicente veggente mi dicono che siete in tanti a pensarlo. E la colpa non è vostra (cioè un pochino si) ma di tutte quelle finte trattorie – osterie capitoline che assecondano una “non cultura” del prodotto, che esaltano e glorificano la quantità a scapito della qualità.
Ecco, Roma ha bisogno di trattorie serie, vere, tradizionali, che rappresentino i piatti cardine della cucina romana con coscienza e consapevolezza.
Trattoria Verbano è una di queste: una trattoria verace, a prezzi corretti con un occhio puntato alla qualità ed un altro alla stagione.

Situata a Piazza Verbano, nel cuore pulsante del quartiere Trieste, Trattoria Verbano, a solo un paio di mesi dall’apertura, ha già fatto breccia nel cuore dei “triestini”, di tutte le età.
E’ infatti una realtà che propone un lavoro serio e filologico. Oltretutto encomiabile perchè unisce l’atmosfera caciarona tipica da trattoria allo stile elegante e minimalista di un bistrot di tendenza. Ma il minimalismo è solo nell’arredamento: non aspettatevi microporzioni gourmet né colpi d’ala esagerati. Qui si vola con i piedi ben piantati per terra, tutelando schiettezza e sostanziosa romanità.

Una sostanziosità che si concretizza in un menù anti – quinto quarto.
Una trattoria romana senza trippa, animelle, fegato e pajata?! Ebbene sì perchè come sottolinea Marco Morello, mente vulcanica ed eclettica chef – consulente di questa e di altre amate attività della Capitale, la primordiale cucina romana, quella veramente tradizionale, con le interiora aveva poco e nulla a che fare.

La cucina romana è una cucina contaminata, barocca, ricca di spezie e fortemente influenzata dalla cultura giudaica.
E quindi che altro aspettate: sedetevi all’ampio tavolone in legno con tovaglie di carta e accompagnati da un servizio, coordinato da Valerio Mirabelli, tanto celere quanto disponibile e cordiale, gustate a tutto tondo la vera cucina romana.
Il menu è appuntato su un foglio A4, semplice ed essenziale con pochi antipasti, primi, secondi e contorni che cambiano di stagione in stagione. Nulla di sorprendente all’apparenza, ma come evidenziato prima, ciò a Roma non è affatto scontato.

Iniziate il vostro pranzo – cena con un bel misto di antipasti, sia freddi che caldi.
Ottime sono le bruschette con il pane di Roscioli con calamari così come i supplì asciutti e fragranti.
Poi ci sono gli atavici fagioli all’mbriacona, ghiotti e appaganti perchè ricoperti da uno strato di guanciale croccante, ma non su scale lipidiche eccessive che compromettono la futura digestione. Più sfiziosa è la panzanella con carpaccio di baccalà, un vero inno all’estate targato bianco, rosso e verde.

Per i nostalgici della trippa c’è l’uovo in trippa, una pseudo trippa fatta di strisce di frittatina affogate in un sugo di pomodori di stagione, pecorino e mentuccia.

Anche i primi piatti sono realizzati a regola d’arte dalle mani di Fabio Masci e Mirko Pappalardo.
Sontuosi e avvolgenti gli spaghettoni burro e acciughe; magistralmente nerborute le Tagliatelle all’uovo, tuffate in un intenso e setoso sugo di coda alla vaccinara “comme il faut”, impreziosito da uvetta, pinoli e cacao amaro.
Perfetti per l’estate, ma anche sotto vigilia, sono i tonnarelli con tonno e pomodoro, dove i pomodori sono di 3 tipologie differenti e il tonno non è sgocciolato dalla scatoletta RioMare.


Tra le portate principali, pongo l’accento sul Pollo alla Romana che, attenzione, non è con i peperoni ma con prosciutto, pomodoro e maggiorana. Trattoria Verbano ve lo serve con pelle e ossa ovviamente.

Clamoroso il baccalà alla trasteverina, fritto in pastella e poi immerso in un sughetto fresco di pomodoro in cui fare irrimediabilmente la scarpetta.

E non dimentichiamo i contorni, dalla classica patata arrosto “con l’abbacchio scappato” – perchè sa di carne anche sa la carne non c’è – alla cicoria ripassata nel lardo passando per il sedano alla raffinata, secondo antica ricetta della Sora Lella.
Dopo aver assimilato tremila calorie e passa, l’insalatina di sedano con maionese fatta in casa, senape e cetriolini appare l’unica ancora di approdo al dolce finale.

Impossibile non ordinare la crostata ricotta e visciole, o il classico tiramisù nel bicchere. Ma la vera chicca è il gelato allo zaBBBBaione fatto in casa con croccante alle mandorle e scaglie di cioccolato fondente. Perchè se non avete ordinato la carbonara, o l’uovo in trippa, dovete per forza consolare il vostro fegato con qualche grammo abbondante di rossi d’uovo.
A completare l’offerta, una ricca carta dei vini con una selezione di etichette regionali e biologiche. Vini prodotti da chi “il vino lo fa in vigna” attraverso l’attenta cura dei filari e il rispetto dei tempi giusti per la vendemmia.
In soldoni Trattoria Verbano offre una cucina casalinga, trasformata con un bel gomito ai fornelli e una genuina freschezza in sottofondo: quella del sedano della Sora Lella.
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